Ciao siamo Rebekka e Filippo, quelli sulla vespa rossa nella foto a destra; questo blog nasce per condividere ciò che pensiamo, ciò che ci accade e tutto quello che ci sta a cuore... un po' per gioco e a volte un po' più seriamente...

Monday, October 17, 2005

L'inferno Globale

L'inferno Globale
Dal Blog di Beppe Grillo
Ho ricevuto una email dall’Islanda, dal movimento ambientalista www.savingiceland.org, che spiega come anche questa bellissima isola sia preda della follia planetaria.Una parte del ghiacciaio più grande d’Europa, il Vatnajokull, scomparirà per la costruzione della diga di Karahnjukar che seppellirà sotto 150 metri d’acqua uno dei pochi paradisi del nostro pianeta.
La diga serve per produrre elettricità e l’elettricità serve per produrre alluminio.
Il governo islandese venderà l’elettricità prodotta all’Alcoa, una multinazionale dell’alluminio, per i prossimi 50 anni.L’Alcoa chiude due fonderie negli Stati Uniti e si sposta in Islanda sia per tagliare i costi, sia perché l’Islanda, in base al protocollo di Kyoto, può aumentare del 10% l’inquinamento.Le fonderie di alluminio infatti sono altamente inquinanti e una della cause dell’effetto serra.
Ricapitoliamo:- viene distrutto un paradiso terrestre- viene perpetuato l’inquinamento globale- sono puniti gli islandesi per non aver inquinato fino ad ora(chi è virtuoso può importare inquinamento dalle multinazionali)- chi ci guadagna è l’Alcoa
Ma quale miglior alleato può avere l’Alcoa se non un’impresa italiana?Infatti l’Impregilo partecipa a questo scempio con la costruzione della diga e non solo, ma, secondo l’associazione Savingiceland, ha comportamenti intimidatori nei confronti degli ecologisti e vessatori verso i propri dipendenti.Impregilo, secondo La Repubblica delle Donne, è anche coinvolta in alcuni scandali nel Lesotho per tangenti.
W l’Italia, l’Italia che lavora, l’Italia da esportazione.

Wednesday, October 05, 2005

PORTO MARGHERA PRODURRA' BIOCARBURANTI
Il complesso industriale di Porto Marghera sarà destinato alla produzione di bioetanolo, il carburante di origine vegetale (derivato dal grano) e diretto sostituto della benzina. La notizia è stata pubblicata sul magazine della Regione "Veneto Globale" e dai quotidiani locali. Il nuovo corso "pulito" degli stabilimenti di Marghera sarà realizzato dalla Grandi Molini Italiani. Il progetto prevede a regime la produzione di 100mila tonnellate di bioetanolo.La riconversione degli impianti chimici sarà realizzata in 18 mesi ed avrà un costo stimato in 60-80 mln di euro. I lavori inizieranno a gennaio 2007 e la fabbrica della benzina ecologica a Porto Marghera diventerà operativa nel 2008.I vantaggi dell'intera operazione sono ben descritti nell'articolo di Veneto Globale di agosto2005: (1) abbassamento dell'inquinamento atmosferico e (2) risparmio energetico.La prima fabbrica del carburante ecologico arriva in forte ritardo in Italia. Altri paesi, come Francia e Spagna, sono già dotati di fabbriche che producono bioetanolo.

CAMPAGNA ECOAGE-NIM 2005 PER I BIOCARBURANTI dal 2 agosto 2005
L'utilizzo dei biocarburanti è una realtà in Francia e in Germania ma non in Italia dove nel 2005 il contingente defiscalizzato di biodiesel è stato persino ridotto nella finanziaria da 300mila a 200mila tonnellate. I biocarburanti sono alternativi al diesel e alla benzina, sono meno inquinanti per l'aria, riducono la dipendenza dal petrolio e favoriscono l'occupazione agricola. La direttiva europea 30/2003 impone all'Italia l'obiettivo di coprire il 2% della domanda di carburanti con i biocarburanti entro il 2005 e del 5,75% entro il 2010. Il recente decreto legge 128/2005 del governo ha previsto la copertura teorica soltanto del 1% entro il 2005 e del 2,5% entro il 2010... l'Italia è ben al di sotto dell'obiettivo europeo.

Perché incentivare i biocarburanti?
I biocarburanti sono producibili da qualsiasi azienda agricola in Italia e nel mondo. Il Newsweek li definisce 'Green Gold' (Oro Verde). Rispetto al petrolio non esistono problemi di scarsità o di concentrazione delle riserve in poche aree desertiche. I biocarburanti sono fonte di occupazione per l'agricoltura europea e del sud del mondo. Sono meno inquinanti del diesel e della benzina riducendo lo smog nelle città e il problema dell'effetto serra. I vantaggi economici e sociali dei biocarburanti sono evidenti:
Fabbisogno energetico nazionale. Crescita dell'auto-produzione nazionale di carburanti con conseguente miglioramento dell'autosufficienza energetica nazionale. In Francia i biocarburanti sono miscelati al 5% con i carburanti tradizionali.
Occupazione nel settore agricolo. La produzione agricola per fini energetici favorisce l'occupazione nel settore agricolo ben distribuita sul territorio nazionale.
Il fenomeno dell'olio di colza. I cittadini italiani che utilizzano olio di colza alimentare miscelato con il diesel compiono il reato di evasione delle accise sui carburanti. Nulla però viene fatto per agevolare la produzione e la vendita dei biocarburanti legalizzati. L'aumento del prezzo del petrolio sta facendo aumentare automaticamente le entrate dello Stato tramite le accise, a spese dei consumatori e delle imprese, perché non investire questo surplus per defiscalizzare la produzione dei biocarburanti legali?
Maggiore redditività delle imprese agricole nazionali. La domanda dei biocarburanti non mancherebbe, lo dimostra il crescente fenomeno illegale per l'olio di colza alimentare (materia prima agricola da distinguere dai biocarburanti). I biocarburanti rappresenterebbero una valida attività di reddito complementare per le aziende agricole oltre che una possibilità di autoconsumo senza dover dipendere dalle oscillazioni del prezzo del petrolio.
I biocarburanti riducono lo smog in città. L'uso dei biocarburanti riduce lo smog in città e le conseguenze sulla salute dei cittadini. I recenti blocchi del traffico nel 2005 hanno dimostrato la gravità delle condizioni nell'aria che respiriamo nelle città italiane.
Riducono l'effetto serra. I biocarburanti rilasciano nell'aria la stessa quantità di CO2 assorbita dalla pianta per crescere. Il bilancio con l'ambiente si chiude in pareggio e non si alimenta l'effetto serra. Favorisce pertanto il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.
Maggiore indipendenza dal petrolio. Il petrolio è ormai stabile al di sopra dei 50-60 dollari al barile con conseguente pressione inflazionistica sui prezzi al distributore di benzina o di diesel. Una vera e propria tassa per tutti i cittadini che penalizza soprattutto i ceti meno abbienti. Soltanto le Casse dello Stato beneficiano tramite le accise dall'incremento del prezzo del petrolio, tutti i cittadini e le imprese sono invece penalizzate nel potere di acquisto e nei costi. Aumentare la quota dei biocarburanti frenerebbe questa situazione di empasse.
Meno guerre per il petrolio. La minore dipendenza dai paesi produttori di petrolio favorirebbe una caduta del prezzo del petrolio e una minore attenzione geopolitica per le zone ricche di petrolio. Se il petrolio avesse minore importanza non ci sarebbero guerre del petrolio.
Minore trasporto del petrolio via mare con conseguente minore rischio per l'ambiente dovuto ai frequenti casi di incidenti delle petroliere ecc.
E' pertanto fondamentale allineare l'Italia agli obiettivi della direttiva europea 30/2003 e aumentare al 2% la presenza di biocarburanti in Italia entro il 2005 per consentire il raggiungimento del 5,75% entro il 2010. E' al pari necessario aumentare il contingente defiscalizzato di diesel da 200.000 tonnellate a 500.000 tonnellate entro la prossima finanziaria. Allo stesso modo va aumentato il contingente defiscalizzato di bioetanolo, biocarburante alternativo alla benzina. La FIAT ha già in commercio le versioni funzionanti a bioetanolo ma sono vendute soltanto in Brasile dove i biocarburanti sono già presenti presso qualsiasi pompa di benzina. Una risposta razionale al problema dello smog, dell'olio di colza, della dipendenza dal petrolio e dell'occupazione agricola.

Firma la petizione tramite il Link a destra o visita www.ecoage.it